‘L’imperialismo, nel suo aspetto generale di conquista e dominazione di organismi politici ed economici, da parte di un centro statale superiore, non è fatto esclusivo del capitalismo. A prescindere dal loro contenuto sociale, esistono numerosi tipi dello stesso fenomeno storico: un imperialismo asiatico, un imperialismo greco-romano, un imperialismo feudale e finalmente un imperialismo capitalista. Agli operai rivoluzionari interessa, soprattutto, la differenza sostanziale che distingue l’imperialismo capitalista dal suo contrapposto storico, e cioè l’imperialismo feudale.
Sempre tacendo le altre differenze fondamentali, l’imperialismo feudale e l’imperialismo capitalista si distinguono nettamente in quante l’uno si manifestò in costruzioni statali che avevano un fondamento territoriale e terrestre, mentre l’altro si presentò sulla scena storica soprattutto come dominazione mondiale fondata sulla egemonia navale, e quindi sul dominio delle grandi vie oceaniche. Sotto il feudalesimo, poteva esercitare una funzione imperialistica il potere statale che disponeva del primato militare terrestre; sotto il capitalismo, invece, che è il modo di produzione che ha portato ad altezze inaudite la produzione di merci ed esasperato fino all’inverosimile i fenomeni del mercantilismo già insiti nei precedenti modi di produzione, l’imperialismo è connesso al primato navale, oggi divenuto primato aeronavale’. L’IMPERIALISMO DELLE PORTAEREI.
Già dalle premesse l’articolo degli anni 50 definisce il contesto di enunciazione storico-sociale dell’oggetto: imperialismo feudale, con base di forza territoriale e terrestre, e imperialismo capitalista, con base di forza navale e poi successivamente aero-navale ( e poi, forse, se dovessimo credere alla fattibilità del progetto russo di cargo supersonico, semplicemente aero-corazzato). L’attuale sistema economico-sociale, che ‘ha portato ad altezze inaudite la produzione di merci ed esasperato fino all’inverosimile i fenomeni del mercantilismo già insiti nei precedenti modi di produzione’, ha un bisogno fisiologico di proiettarsi su un piano di controllo globale dei mercati di merci, materie prime e forza-lavoro: i centri di potere imperiale sono dunque intenti a una guerra guerreggiata, per ora, assicurandosi adeguati strumenti militari ed economici di dominazione.
‘Imperialismo capitalista è anzitutto egemonia nel mercato mondiale. Ma, per conquistare tale supremazia, non bastano una possente macchina industriale e un territorio che le assicuri le materie prime. Occorre una grandissima marina mercantile e militare, cioè il mezzo con cui controllare le grandi vie intercontinentali del traffico commerciale. Gli avvenimenti storici mostrano infatti come la successione nel primato imperialista sia strettamente legata, in regime di mercantilismo capitalista, alla successione nel primato navale…l’imperialismo borghese è l’imperialismo delle flotte, perché il suo regno è il mercato mondiale. Chi possiede l’egemonia mondiale nel campo navale si abilita all’egemonia nel campo del commercio mondiale, che è il vero fondamento dell’imperialismo capitalista. Due guerre mondiali provano come l’imperialismo degli eserciti ceda inevitabilmente il terreno all’imperialismo delle flotte. Due volte potenze terrestri come gli Imperi Centrali e l’Asse nazi-fascista si sono misurate con le potenze anglosassoni, superiori nel mare e nell’aria, e due volte sono uscite dal conflitto totalmente sconfitte.. L’IMPERIALISMO DELLE PORTAEREI.
Le portaerei sono il segno politico e il mezzo militare che attualizza la potenza in divenire della classe borghese, il suo dispositivo di controllo, lotta e asservimento imperiale, sia verso i concorrenti borghesi sia verso i nemici proletari. La portaerei rappresenta la possibilità realizzata che il comando e la rapina capitalista colpiscano come un fulmine i territori, le nazioni, e le aree critiche che dovessero costituire una preda appetibile o un problema da risolvere. ‘L’imperialismo americano si presenta come la più pura espressione dell’imperialismo capitalista, che occupa i mari per dominare le terre. Non a caso la sua potenza si fonda sulla portaerei, nella quale si compendiano tutte le mostruose degenerazioni del macchinismo capitalista che spezza ogni rapporto tra i mezzi di produzione e il produttore. Se la tecnica aeronautica assorbe i maggiori risultati della scienza borghese, la portaerei è il punto di incontro di tutti i rami della tecnologia di cui va orgogliosa la classe dominante. Coloro che sono abbacinati dall’imperialismo russo fino a dimenticare la tremenda forza di dominazione ed oppressione della potenza statunitense, rischiano di cadere vittime delle deviazioni democratiche e liberaloidi che sono il peggiore nemico del marxismo. Non a caso la predicazione liberal-democratica ha il suo pulpito maggiore nella sede del massimo imperialismo odierno. Essi non vedono come la Russia, il cui espansionismo si svolge tuttora nelle forme del colonialismo (occupazione del territorio degli Stati minori), è ancora alla fase inferiore dell’imperialismo, l’imperialismo degli eserciti, cioè il tipo che per due volte è stato sconfitto nella guerra mondiale. Dicendo ciò, non si cambia una virgola alla definizione che diamo della Russia: Stato capitalista. Si constata un dato di fatto. Tutti gli Stati esistenti sono nemici del proletariato e della rivoluzione comunista, ma la loro forza non è eguale. Quel che conta soprattutto per il proletariato, il quale vedrà coalizzarsi contro di lui tutti gli Stati del mondo appena si muoverà per conquistare il potere, è prendere coscienza della forza del suo più tremendo nemico, il più armato di tutti e capace di portare la sua offesa in qualunque parte del mondo. Vuol dire soltanto che, nel confronto delle potenze imperialistiche, o aspiranti all’imperialismo, è al primo posto la potenza che possiede la flotta più grande. È questa che, ai fini della conservazione e repressione capitalista, riveste un’importanza maggiore. Orbene, quale potenza mondiale può oggi svolgere operazioni di polizia di classe in qualsiasi parte del mondo, se non quella che possiede la maggior forza e mobilità? La Russia, dunque? No, anche se gli avvenimenti ungheresi sembrano averle consegnato il diploma di primo gendarme della controrivoluzione mondiale. Invero tale compito può essere svolto unicamente dagli Stati Uniti, cioè dall’imperialismo delle portaerei. Per essere precisi: delle cento portaerei’. L’IMPERIALISMO DELLE PORTAEREI.
Negli anni 50 la superpotenza americana costituiva senza ombra di dubbio la compagine statale più adeguata a svolgere ‘ operazioni di polizia di classe in qualsiasi parte del mondo’. Abbiamo constatato che anche in anni recenti le portaerei americane hanno svolto il ruolo di ‘ forza di dominazione ed oppressione della potenza statunitense’. Pensiamo alla prima e seconda guerra del golfo, o ai vari interventi nelle aree calde del globo (Libia,Siria, Afghanistan…). Tuttavia i rapporti di forza fra gli attori capitalistici non sono statici, ma dinamici, e quindi anche in presenza di un perdurante attivismo militare americano, sembra che qualcosa si stia muovendo nel campo imperialista avversario. Riportiamo a motivo di esempio un articolo tratto da ‘Analisi difesa’ del 14 aprile 2014, ‘ Si chiamerà PAK-TA (proseguendo la similitudine con i progetti PAK-FA e PAK-DA, rispettivamente caccia e bombardiere di quinta generazione) il progetto relativo ad un nuovo aereo da trasporto militare russo. Secondo quanto dichiarato a ITAR-TASS da Viktor Livanov, Direttore Generale del JSC Ilyushin Aviation Complex, alcune aziende del complesso militare-industriale russo avrebbero iniziato a lavorare sul nuovo aereo. Il progetto in questione dovrebbe essere ultimato entro la fine del prossimo decennio e l’aereo potrebbe essere consegnato ai reparti entro il 2030. “I requisiti specifici per il PAK-TA saranno resi noti dopo le ovvie consultazioni con le forze aeree russe; i primi disegni hanno permesso di elaborare diverse soluzioni che attualmente sono analizzate dal centro di ricerca TsAGI (Istituto Centrale di Aeroidrodinamica) – N.E. Zhukovsky” Livanov ha dichiarato inoltre che il programma di ricerca scientifica per il PAK-TA è svolto dagli specialisti dello TsAGI insieme a personale del JSC Ilyushin A.C. e tecnici dell’OKB Myasishchev’.
Il linguaggio circospetto e prudente di analisi difesa si scioglie nell’inno di lode tecnologica del corriere della sera del 21 mar 2015 ‘Iniziamo da qualche numero, impressionante: volerà a velocità supersoniche, quasi 2000 chilometri all’ora, e potrà trasportare un carico di 200 tonnellate, ossia (con un’intera flotta) fino a 400 carri armati da combattimento (quelli di ultima generazione del progetto russo «Armata»). A confronto: il C-5 Galaxy, il più grande aereo cargo dell’esercito statunitense, può trasportare “solo” 120 tonnellate di peso e raggiungere gli 833 chilometri orari. Velocità così elevate sono al momento limitate solo agli aerei caccia, come l’F-22 Raptor (2.410 km/h). Il nome di questo aereo da trasporto (che sembra uscito da una pellicola di fantascienza) è «PAK-TA». La Commissione militare-industriale della Federazione russa prevede la produzione di 80 aeromobili entro il 2024. Ma c’è di più: attraverso un turbo gas e un motore elettrico, l’aereo ibrido (ibrido!) vanta un’autonomia di non meno di 7.000 chilometri. In altre parole: con questa flotta da trasporto pesante, l’esercito russo – ipoteticamente – potrebbe essere in grado di trasportare mezzi militari, uomini e munizioni in qualsiasi parte del mondo’. Siamo quindi alla fase di sviluppo e realizzazione avanzata di un progetto militare di controllo e dominio globale, paragonabile negli scopi e negli effetti all’imperialismo delle portaerei.
Che tale progetto veda la luce in tempi medio-lunghi, 10 anni, o addirittura in meno di 10 anni, è nel novero delle cose possibili. La Russia attuale opera nel contesto di un blocco di stati capitalistici, in forte espansione politico-mercantile, come l’India, la Cina, il Brasile…in grado di proporsi in veste di centro economico-finanziario concorrente della superpotenza americana e dei suoi alleati. Abbiamo in precedenti articoli analizzato, dati numerici alla mano, le tendenze di sviluppo dell’economia cinese nei confronti di quella americana. Tali tendenze sono indicative di un certo declino della superpotenza statunitense (anche se essa continua a impersonare un ruolo fondamentale nel quadro internazionale). Qualunque sia l’esito non scontato di questa contesa fra blocchi imperiali, vale la pena di ricordare le parole finali dell’articolo sulle portaerei.
‘La borghesia non si può abbattere nazione per nazione, Stato per Stato, ma solo attraverso la rivoluzione dei continenti e l’abbraccio insurrezionale dei proletariati al di sopra delle frontiere.
Quale garanzia di durata avrebbe uno Stato rivoluzionario del proletariato sorto in una parte qualsiasi del mondo, ove l’imperialismo americano (o del blocco avversario n.d.r) fosse in grado di maneggiare dagli oceani (o dai cieli n.d.r) le sue spaventose armi di distruzione? Per schiacciare la potenza repressiva del capitale occorrerà che il proletariato si rivolti in armi alla scala mondiale contro la classe dominante. Esiste allora una sola “via” al socialismo: quella internazionale ed internazionalista.
L’imperialismo americano, con le sue cento portaerei, non monta la guardia soltanto alla propria sicurezza nazionale. Esso monta la guardia al privilegio capitalista in ogni parte del mondo, dovunque il proletariato rappresenti una minaccia alla conservazione borghese Perché mai, di fronte alla classe nemica che unifica la sua difesa, il proletariato dovrebbe frazionare le proprie forze nell’ambito delle varie nazioni? La superba flotta navale americana, che oggi terrorizza il mondo, diventerà un ammasso di ferrivecchi se il vulcano della Rivoluzione riprenderà ad eruttare. Ma bisognerà che l’incendio, si appicchi alle nazioni e ai continenti: all’Europa, all’Asia, all’Africa, ma soprattutto all’America. Vedremo allora che cosa diventa una super-portaerei atomica quando l’equipaggio innalza la bandiera rossa’.