Siria news
Una feroce lotta per la difesa e l’affermazione di interessi economici particolari e divergenti si sta svolgendo in Siria, e in altri teatri di scontro fra centri capitalistici concorrenti. Il fiume di menzogne e mezze verità che accompagna la contesa fra i blocchi imperialisti ha ormai travolto gli argini, mentre i media di regime provano a nascondere la sostanza capitalistica delle attuali tragedie umanitarie. Pensiamo alle candide e lacrimevoli recenti dichiarazioni di condanna dell’intervento russo in Siria, espresse da un importante capo di stato europeo. Non ci interessa fare il suo nome, trattandosi di una delle tante pedine intercambiabili dello stesso gioco di potere e oppressione; tuttavia l’ipocrisia e la sfacciataggine della menzogna meritano in questo caso una menzione. Due pesi e due misure, morti e sofferenze da ricordare e morti e sofferenze da ignorare, senza importanza ( queste ultime sono quelle causate dai terroristi funzionali alle strategie del caos imperiale dell’America, e dei suoi alleati e vassalli europei e mediorientali ). Come già sostenuto in altri articoli, la previsione del ribaltamento dei rapporti di forza sul campo militare siriano (a seguito dell’intervento russo) trova ora piena conferma. I segnali di questo ribaltamento sono dati dal quasi totale accerchiamento di Aleppo, dalla riconquista della regione di Latakia, e dalle avanzate su tutte le linee del fronte da parte dell’esercito siriano e dei suoi alleati (pasdaran iraniani, hezbollah libanesi). Queste evoluzioni della situazione militare sul campo segnano una evidente battuta di arresto della politica del caos americana (politica finalizzata al controllo e alla rapina delle risorse di altri paesi e delle vie di trasferimento e distribuzione di queste risorse, innanzitutto attraverso la scomposizione /ricomposizione di stati sovrani). Le guerre per procura, asimmetriche, condotte dalle variegate bande di terroristi e taglia-gole finanziati, armati e addestrati dalle varie potenze capitalistiche concorrenti, in funzione di differenti strategie imperiali, si susseguono da decenni, mietendo vittime civili e soffocando sul nascere ogni iniziativa proletaria autonoma. Conseguentemente denunciamo da tempo la natura anti-proletaria di questi sedicenti califfati, in verità strumento di oppressione delle masse sfruttate, e utile pedina al servizio dei centri capitalistici internazionali e degli scontri interni alle borghesie locali. Essi vanno letti come l’ennesimo frutto avvelenato originato dal corpo in decomposizione del capitalismo (corpo in cui sono incluse, tuttavia, le sovrastrutturali strategie politiche di dominio imperiale). Eppure alcuni critici si premurano di ricordarci, con solerzia e gentilezza, che l’ Isis è solo un fenomeno auto-prodotto ( volendo forse intendere, con tale facezia, che esso è un puro derivato dalla crisi della struttura economica borghese, e quindi nessun condizionamento esogeno – sovrastrutturale – l’ha posto in essere e tanto meno può avere influenzato il suo agire attuale). In altri casi i critici si chiedono, pensosi e stupiti, se lo Stato islamico e i movimenti affini non possano essere letti anche in chiave di fenomeno antimperialista. Ai primi, che dopo quasi un anno hanno scoperto che l’Isis ha ricevuto una montagna di finanziamenti, rispondiamo che ai tempi dell’ABC del marxismo veniva insegnato che fra struttura e sovrastruttura (Engels) ci sono rapporti di azione e reazione (e quindi vuoi vedere che il pargoletto ISIS, auto-prodottosi sul terreno della struttura economica mediorientale, è stato poi svezzato e fatto crescere a dismisura anche dalle cure amorevoli elargite dalle sovrastrutture statali di alcune borghesie nazionali e internazionali, allo scopo di difendere e far prosperare, ecco il rapporto di interazione dialettico appreso ai tempi dell’ABC del marxismo, le proprie strutture economiche?). Ma in fondo, risponde da un altro lato dell’aula accademica, l’immancabile scettico o Solone di turno, le lotte nazionali, vedasi il risorgimento italico, non si sono mai fatte mancare l’aiuto di potenze esterne. Cosa dire, abbiamo già risposto in altra sede a tali questioni enigmatiche, e tuttavia decisamente antistoriche, poiché basate sull’assunto erroneo che all’attuale fase matura e putrescente del capitalismo possano applicarsi le chiavi di lettura precedenti a questa fase. Tuttavia, vorremmo ricordare a questa seconda categoria di scettici, che sarà un tantino difficile convincere: 1) le donne destinate a essere vendute come schiave sessuali al mercato di Ninive; 2) i bambini destinati ad essere arruolati nelle milizie terroristiche; 3) i gay destinati a essere lanciati dai tetti degli edifici; 4) tutti gli esseri umani soggetti all’orgia di morte e di oppressione dell’attuale ‘civiltà’ capitalistica (di cui ISIS è valido alfiere), che i ‘fenomeni auto-prodotti’ come ISIS e affini sono, quasi quasi, da valutare non negativamente, come invece facciamo noi che li consideriamo puri strumenti di terrore statale borghese.