Premessa al testo sulla mineralizzazione del pianeta

Una mistificazione esisteva

non soltanto nelle risposte

ma nelle stesse domande

(K. Marx)

Si è conclusa il 12 Dicembre, in una Parigi blindata, la ventunesima conferenza mondiale sul clima. I delegati dei 195 Paesi presenti alla conferenza si sono impegnati contro il surriscaldamento del pianeta. L’ accordo prevede un piano quinquennale per tutti i Paesi per limitare il riscaldamento globale a un livello, come ha detto il ministro degli esteri francese, “ben al di sotto dei 2 gradi entro il 2020, forse fino agli 1,5 gradi ”. Inoltre i piani nazionali per il taglio dei gas serra saranno sottoposti a revisione ogni 5 anni. Confermato il fondo da 100 miliardi di dollari per i cosiddetti Paesi in via di sviluppo, ma questo,“da qui al 2020 sarà un punto di partenza, un nuovo obbiettivo con un altra cifra dovrà essere stabilito nel 2025” ha detto il ministro, che ha poi concluso citando Nelson Mandela: “Nessuno di noi agendo da solo può raggiungere il successo, il successo è portato da tutte le nostre mani riunite”. Il New York Times ha definito l’accordo “storico”. Retorica a parte, è per noi evidente che, anche in questo caso, tutto questo mulino di parole non porterà a nulla. Con la tecnologia che già da tempo l’umanità ha a disposizione il problema sarebbe di facile soluzione. Questo non solo per ciò che concerne la produzione di energia pulita (esistono molteplici soluzioni che non stiamo qui ad elencare; comunque più di quante ne occorrano). Analogamente disponiamo in abbondanza della tecnologia per riparare i danni provocati da questo sistema demente e dissipativo. Il problema non è tecnologico ma sociale. Il capitalismo non può andare contro la sua natura. Esso, nella attuale e prolungata fase senile, non riesce nemmeno ad effettuare la semplice manutenzione delle sue città che cadono a pezzi e della difesa più elementare del territorio perché la produzione di valore è insufficiente anche per questo. Un “cadavere che ancora cammina” non si può certo occupare di tenersi in buona salute; può solo seguitare faticosamente a camminare fino a quando crollerà a terra ridotto in polvere. La conferenza ha dato modo agli immancabili contestatori di manifestare rumorosamente la loro impotenza e di proporre, da parte degli impegnati professori di turno, le loro inutili soluzioni. Anche costoro sono costituzionalmente incapaci di comprendere che la soluzione del problema è altrove. Non si tratta di proporre soluzioni più “radicali” di quelle uscite dalla conferenza ma di comprendere che la soluzione radicale (nel senso che va alla radice del problema) è una sola: la distruzione dell’attuale modo di produzione. Del resto, gli scienziati più consapevoli hanno detto chiaramente che la conferenza non servirà a nulla. Si sta diffondendo tra le più avvedute teste pensanti del sistema la consapevolezza che non ci sia niente da fare (non solo per ciò che riguarda il clima…) e che ci si può solamente preparare al peggio. Il Titanic della borghesia naviga a tutto vapore verso la catastrofe mentre l’orchestrina seguita a suonare vecchi motivetti. In plancia di comando si vede chiaramente dove porterà la rotta di collisione ma non ci si può fare nulla se non prepararsi all’inevitabile “si salvi chi può” e approntare le scialuppe di salvataggio.

Solamente la futura società di specie, il comunismo, potrà affrontare in maniera radicale le devastazioni che il capitalismo ha prodotto in ogni campo; tutto il resto sono chiacchiere inutili.

Riproponiamo un nostro testo già pubblicato nel 2012 che riteniamo più che attuale e illuminante sulle tematiche in questione.

Il testo è presente (in formato PDF scaricabile) nella pagina del nostro sito denominata ‘Testi marxisti’.

La mineralizzazione del pianeta

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