Il 16 gennaio si è svolta una riunione in provincia di Venezia con la partecipazione di diversi compagni di Padova e di Schio. All’ordine del giorno una relazione incentrata su due aspetti principali: in primo luogo una ricognizione storico-economica sui cicli di accumulazione del capitalismo (dalle città stato medioevali ai nostri giorni) e sulle tipologie di conflitto sociale di classe ad essi inerenti; in secondo luogo una articolata analisi delle tendenze di sviluppo del capitalismo contemporaneo principalmente nelle aree economiche asiatiche (Cina), ma anche in Messico, al fine di dimostrare l’esistenza di processi economico-aziendali convergenti, in queste differenti aree socio-economiche, verso lo stesso tipo di ‘fabbrica totale’, definibile anche come ‘azienda caserma’. Una vera e propria galera aziendale, generalmente preponderante nelle aree economiche definibili come poli prioritari di valorizzazione del capitale internazionale, ma anche nelle cosiddette ‘zone economiche speciali’. Si tratta di realtà aziendali dove viene realizzata l’organizzazione totale della vita del lavoratore, questo significa 10/12 ore di lavoro sottoposti a un regime di controllo asfissiante e dispotico, e poi alla fine del turno al lavoratore sono riservate delle ore di parcheggio e riposo (per il suo corpo merce) in dormitori-caserme, costruiti in stretta adiacenza e vicinanza alla fabbrica-caserma (in linea con la definizione marxista del lavoratore come mera appendice della macchina). Il culmine dell’ascetismo del capitale viene attualmente raggiunto in Messico, dove una fabbrica totale (luogo di produzione con annesso parcheggio-dormitorio) è stata costruita al centro di un deserto, al fine di sottrarre il lavoratore a ogni pericolosa tentazione di fuga o di ripensamento rispetto al proprio impegno di lavoro. Attraverso l’allungamento di fatto della giornata lavorativa a 11/12 ore (con richieste di straordinari e altro) l’impresa capitalistica ‘totale’ realizza un plus-valore in termini assoluti. I ritmi di lavoro ed il controllo sono talmente intensi che la durata della occupazione, mediamente, non supera quasi mai i dieci anni. In alcuni casi, prima delle dimissioni o del licenziamento, interviene la morte a causa di incidenti, o per puro sfinimento delle energie psico-fisiche della ‘macchina umana’ impiegata oltre i limiti delle sue possibilità naturali. La relazione ha anche evidenziato le forme di conflitto sociale che si manifestano, ormai con una certa ricorrenza e intensità, di fronte a questi ‘nuovi orizzonti’ dell’arte dell’accumulazione e della valorizzazione del capitale.