L’evolversi della situazione bellica, in merito all’avanzata su Raqqa dell’esercito siriano è la seguente. Dopo almeno due settimane di avanzate, in territorio desertico, l’esercito siriano ha dovuto ripiegare sulle posizioni di partenza, a causa di una massiccia controffensiva dell’isis. Il ritiro è avvenuto in modo ordinato, ed è stato impartito con tutta evidenza per salvaguardare le risorse umane e i mezzi disponibili, un soldato vivo può sempre combattere di nuovo il nemico. Gli errori strategici sono probabilmente dovuti all’eccessivo allungamento dell’avanzata, non sufficientemente consolidata da triceramenti difensivi. In ogni caso su un piano puramente bellico, la controffensiva dell’isis ha esposto le truppe e i mezzi di questo gruppo alla rappresaglia aerea dell’aviazione russa e siriana, sembra con gravi perdite in mezzi e uomini. La nostra valutazione politica del significato di questo conflitto è nota, il confronto /scontro fra blocchi concorrenti e le dinamiche socio-economiche che stanno alla base degli eventi attuali sono state spesso analizzate negli articoli presenti sul sito. Parteggiare o non Parteggiare per uno dei contendenti è per noi un problema inesistente, essendo estranei al sistema classista dominante, osserviamo gli eventi cercando di comprendere come le dinamiche che si manifestano sulle soglie geo-storiche di frattura degli equilibri di potere infra-sistemici possano, più o meno, influire sullo sviluppo del conflitto sociale in direzione anti-sistemica (fermo restando il nostro giudizio di terrorismo di Stato, in funzione anti-proletaria, attribuito da tempo ai fenomeni come isis e al qaeda) . In questo senso abbiamo già abbozzato, nel testo su is e politica imperiale del caos (1), che una sconfitta delle strategie americane potrebbe, a nostro avviso, essere maggiormente foriera di ricadute positive per il conflitto di classe su base internazionale (ci riferiamo ovviamente al proletariato americano, a cui la propria borghesia, eventualmente sconfitta nei vari teatri di confronto dagli avversari borghesi russo-cinesi, non potrebbe più assicurare le precedenti condizioni di esistenza).
(1).Ci chiederete, a questo punto, come si collega la teoria dell’anticaos alla politica americana del caos. Ebbene, noi riteniamo di potere formulare una ipotesi predittiva basata sulle evidenze storiche osservate nel recente passato, confrontandole poi con il teorema scientifico di Kauffamn. La logica binaria attivo – passivo opera in modo deterministico nel caos apparente dello spazio degli eventi, le forze attrattive semplificano e riducono la numerosità delle variabili e conducono verso scenari di prevedibilità sistemica (4). Il gigante capitalistico statunitense opera coattivamente, suo malgrado, anche se in modo cosciente, la parte del propagatore di disordine caotico negli spazi geo-politici refrattari al suo dominio imperiale (allo scopo di esercitare, attraverso il caos, una forma di possibile scompaginamento all’interno di un quadro sfavorevole ai propri interessi). Tuttavia, anche se questa raffinata ed astuta arte del dominio sembra finalizzata alla restaurazione dell’ordine imperiale (ordo ab chao), in realtà è così disperata e dipendente, cioè condizionata nei suoi esiti, dal mezzo impiegato (il caos), che sembra prevedibile uno scenario in cui otterrà per sé solo caos dal caos, avvantaggiando – in ultima analisi – il blocco concorrente (il quale, ed ecco la connessione con la teoria dell’anticaos, si manifesterà come forza attrattiva ai margini del caos creato dagli americani, attrattore anti-caotico, come è già avvenuto in Iraq dopo il 2003, Georgia nel 2008, in Siria nel settembre 2013, e in Ucraina nell’agosto 2014 ). Dal punto di vista del conflitto di classe, la sconfitta e l’indebolimento delle mire imperiali americane, potrebbe innescare nei territori subordinati al suo dispotismo capitalistico, in modo catastrofico, e in coerenza con la teoria sistemico-determinista del materialismo storico, una valanga di conflittualità sociale foriera di esiti liberatori.