Letteratura d’evasione…

Letteratura d’evasione
Introduzione

Esiste forse un bisogno di fuga dalla realtà, che trovi una parziale soddisfazione nella variegata narrativa d’evasione presente sul mercato? Se la risposta è positiva, come noi riteniamo, allora proviamo a elencare i mezzi con cui tale narrativa viene diffusa: riviste cartacee, libri, film, serie televisive. Ogni medium comunicativo ha delle sue particolarità, e con queste si rivolge al lettore o allo spettatore bisognoso di svago. È ipotizzabile che esistano varie tipologie di utenti della narrativa d’evasione, e questi tipi siano studiati con attenzione dagli esperti di marketing, per meglio definire i caratteri di un prodotto adeguato ai loro bisogni specifici, come avviene, d’altronde, per ogni merce offerta sul mercato. Il nostro articolo, sia ben chiaro, non vuole esprimere critiche generiche alla narrativa d’evasione, o fare del facile moralismo contro un genere considerato, a torto o a ragione, distante dalla cultura alta. Nel corso dei tre capitoli in cui divideremo il lavoro, si cercherà di valutare sia l’aspetto di puro intrattenimento superficiale e di svago, sia l’aspetto prefiguratore di mondi differenti dalla quotidianità borghese, aspetti presenti entrambi in questa narrativa. D’altronde, il confine tra il bisogno di evasione da una realtà sgradevole o noiosa, e il bisogno di vivere in un mondo diverso dal presente, è molto sottile, sia nella stessa psicologia individuale, sia nella narrativa rosa o fantastica. Non è nostra intenzione, comunque, ridicolizzare il bisogno di evasione, ma studiarne invece gli aspetti di critica implicita all’esistente.

Per ovvi motivi di delimitazione del campo di ricerca, ci soffermeremo solo su due filoni narrativi, quello romantico-sentimentale, e quello eroico-fantastico. Entrambi i filoni narrativi hanno un target di lettori e spettatori particolare, in certi casi coincidente, ma in linea di massima diverso, soprattutto nelle motivazioni psicologiche che spingono alla fruizione dell’offerta narrativa. La nostra ipotesi è la seguente: il primo filone è fondamentalmente, tranne qualche eccezione, una fuga rosa dalla realtà, il secondo filone potrebbe essere, in molti casi, un fenomeno di critica implicita alla società attuale. Nel filone ‘heroic fantasy’ gioca il desiderio di un medioevo idealizzato, esso va inteso soprattutto come metafora di una dimensione diversa dalla quotidianità borghese.

Il termine evasione, in questo caso, ha al suo centro la nostalgia per una realtà differente dalla quotidianità, una forma di romanticismo, se vogliamo essere precisi, un bisogno di avventura, di rapporti umani fondati su valori non mercantili e sul fascino di una vita piena di emozioni, dove il mistero, la magia, la cavalleria giocano un ruolo decisivo. Qualcuno sosterrà che l’ideologia feudale, superata dall’avvento del capitalismo e dai suoi modelli culturali, ritorna ora sotto forma di nostalgia di un passato aureo. A nostro avviso questa è un’idea sbagliata, perché non è l’ideologia feudale che ritorna, ma i bisogni attuali di una parte della società, il desiderio di vivere al di fuori della quotidianità borghese. Insieme al contrasto romantico fra i limiti della vita reale, e l’aspirazione a trascendere tutti i limiti, il filone narrativo fantastico-medioevale è espressione, al contempo, del bisogno di rapporti sociali comunitari. Il protagonista dell’avventura tipica del filone fantastico è molto spesso una figura archetipica, simbolica, che deve condurre un aspra lotta per restaurare una condizione di equilibrio sociale e di pace, nell’interesse collettivo, affrontando delle vere e proprie prove iniziatiche, prove a loro volta necessarie a superare i propri limiti individuali, in genere con l’aiuto di forze sovrapersonali. Si può ipotizzare che questo elemento del racconto (la forza sovrapersonale), valga come metafora della potenza del gruppo sociale, un artificio letterario indispensabile per la ricerca del protagonista, che in quanto medium della potenza del gruppo sociale, diventa eroe sociale, simbolo anonimo della forza collettiva del gruppo.

Capitolo uno: il mito del grande amore nella narrativa rosa

Il romanzo rosa trova diffusione, in base alle statistiche, soprattutto fra lettori di sesso femminile, è ipotizzabile che queste letture trasferiscano in un piano narrativo ideale il bisogno di rapporti amorosi autentici, fondati su sentimenti profondi. In genere, nel romanzo rosa, il vero amore è inizialmente ostacolato da alcuni fattori avversi, ostacolanti, questa ricorsione narrativa provoca una emozione empatica nel lettore, il compatimento e l’attesa dell’inevitabile lieto fine. Se nella società contemporanea si moltiplicano i problemi di coppia e la precarietà affettiva, il romanzo rosa tende invece a raccontare una realtà fatta di relazioni in cui la felicità e l’amore trionfano su tutti gli ostacoli. In alcuni casi lo sfondo del racconto è la campagna inglese, con l’inevitabile magione ancestrale, in cui dimora un gentiluomo pieno di buoni sentimenti, egli si dedica alla cura del maneggio, alle cavalcate nei verdi campi della sua proprietà, e infine alla cura di una fanciulla innamorata (di lui). Possiamo definire tale canovaccio narrativo come evasione pura, il lettore ha bisogno di immergersi in un mondo dorato, compensando con la lettura quello che il mondo gli nega.

 

Capitolo due: Fantasia eroica e potenza sovrapersonale

Come anticipato nell’introduzione, la nostra ipotesi di spiegazione del filone narrativo fantastico, si basa sulla postulazione di un rapporto fra questo filone e un certo bisogno sociale. Approfondiremo più oltre tale ipotesi, limitandoci per ora all’analisi della morfologia narrativa tipica del filone fantasy. Ovviamente non pretendiamo di valutare la qualità artistica delle singole opere, siano esse fumetti, libri, film, non avendo le competenze necessarie per farlo, ed essendo altro il nostro scopo.

Quello che interessa indagare è il significato dello schema narrativo, la struttura, ricorrente di queste opere.

Uno struttura che, secondo la nostra interpretazione, è la sublimazione narrativa di un contenuto dell’immaginario collettivo.
Partiamo dalla triade di luogo, tempo e azione. Il luogo della narrazione è in genere di ambientazione medioevale, dunque castelli e foreste, borghi popolati da artigiani e contadini, caverne, ruscelli e cascate.
Il tempo è un elemento importante, perché in linea con l’ambientazione medievale esso non coincide con il nostro presente, ma in effetti neppure con il passato storico medievale: a dispetto dell’ambientazione, infatti, il genere fantastico proietta la narrazione in un tempo metastorico. Questo aspetto, a nostro avviso, è una conseguenza della struttura ‘rituale’ dell’azione dei protagonisti, in se stessi simboli di un dramma sociale archetipico di perdita (alienazione) e reintegrazione (disalienazione).

Dunque l’azione è l’essenziale, in questa struttura narrativa, essa si svolge secondo il rito ( cioè come una sequenza di atti corrispondente ad un ordine sovrapersonale, originario).

Nel romanzo di Artù e della tavola rotonda, Parsifal, il prototipo del puro cavaliere, riesce infine a portare a termine la ricerca del Graal, e a curare con esso, la ferita del re, curando in questo modo anche le piaghe che affliggevano il regno di Camelot.

Lo schema narrativo basico del filone ‘heroic fantasy’ può essere dunque cercato nei racconti del ciclo arturiano. Nello schema rituale l’inizio di tutto è una perdita, l’alienazione di un ordine armonioso, di un equilibrio fra uomo e uomo e uomo e natura. La causa di questa perdita è in una colpa commessa dagli stessi soggetti che hanno perduto la pace e l’armonia sociale originarie. Per restaurare l’ordine sociale perduto – in senso ontologico, reintegrare l’uomo nel suo pieno essere – la ricerca iniziatica del protagonista dovrà superare delle prove, fra cui quella, estrema, della rinuncia alla propria vita. Rinunciando al proprio ego individuale, il protagonista potrà progredire oltre se stesso, sul cammino di un perfezionamento che gli consentirà di entrare in contatto con la forza sovrapersonale incorrotta della comunità di specie (il Graal).

Il Graal, ed altri simboli analoghi, infatti, incarnano la potenza sovrapersonale del gruppo sociale, potenza che risulta decisiva per far trionfare l’eroe, e permettere la reintegrazione dell’uomo con se stesso.
Se la nostra ipotesi interpretativa è verosimile, si può dunque concludere che nel suo schema fondamentale, il filone narrativo ‘heroic fantasy’ vada incontro ad una esigenza profondamente radicata nell’immaginario di una parte della società.

 

Capitolo tre: Considerazioni conclusive

Proviamo a fare un paragone fra i due filoni narrativi che, inizialmente, abbiamo catalogato come letteratura d’evasione. Mentre il filone rosa ci sembra effettivamente letteratura d’evasione, e lo scriviamo senza nessun intento offensivo verso questa letteratura, che a modo suo aiuta i propri lettori a provare emozioni e stati d’animo positivi, cioè un vero rifugio dorato, fatto di amore e buoni sentimenti, così rari nel mondo, più difficilmente possiamo catalogare il fantasy, o meglio tutto il filone fantastico, come letteratura d’evasione.

Nel capitolo precedente abbiamo tentato di descrivere la struttura narrativa del filone fantasy, ipotizzando la presenza di uno schema ricorrente basato sulla perdita e la rentegrazione dei legami sociali e del bene comune, scomparsi a causa di una grave colpa. In questo schema, l’azione rituale e metapersonale del protagonista principale, conduce infine alla reintegrazione dell’unità sociale originale. Abbiamo poi supposto che questa figura narrativa funga da vero e proprio catalizzatore di un potere sovrapersonale, simbolo della forza associativa della specie umana.

Il protagonista dell’azione romanzesca, è in realtà prescelto per assolvere la funzione di veicolo dell’energia comunitaria del gruppo umano, dunque, come scrivevamo nell’introduzione, è una espressione simbolica della potenza immanente della cooperazione sociale.

Al lettore perspicace e curioso, lasciamo il piacere di trovare le possibili analogie fra questa struttura narrativo-simbolica e le tematiche politiche da noi abitualmente trattate.

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