REPORT RIUNIONE INTERNAZIONALE ON LINE 16/05/20

In questo periodo di limitazione della libertà di spostamento la nostra attività prosegue anche on-line. Della recente riunione del 16 maggio diamo un breve resoconto qui sotto.

 

Hanno partecipato circa 20 compagni da Italia, Francia, Spagna.

Primo punto all’ordine del giorno: ripercussioni immediate e future della crisi pandemica Covid 19.

  1. La crisi pandemica si è innestata in una crisi sistemica, iniziata negli anni 70, alla fine del ciclo di accumulazione del secondo dopoguerra. Il rallentamento della produzione a causa del lock-down ha causato un forte calo del PIL a livello internazionale.
  2. La borghesia tenta di frenare la caduta tendenziale del saggio di profitto con strumenti di natura finanziaria: immissione di moneta corrente (q.e. delle banche centrali), acquisto di titoli di stato. Verrà usata anche la leva dell’innalzamento del debito pubblico per finanziare i sostegni ai redditi e alle imprese e gli interventi diretti dello stato in economia (nazionalizzazioni di imprese strategiche). Ma tali misure aggraveranno il livello di indebitamento di Stati e privati e si riverbererà anche sul mercato finanziario deprimendo i rendimenti degli investimenti speculativi.
  3. E’ prevedibile l’accentuarsi della concorrenza tra fratelli-coltelli borghesi, a livello nazionale e internazionale con conseguente chiusura di aziende meno concorrenziali e con una nuova fase di concentrazione di capitali in aziende più tecnologicamente avanzate.
  4. Si è già manifestata la tendenza al rafforzamento della funzione repressiva degli stati con il ricorso alla decretazione d’urgenza, le limitazioni al diritto di sciopero e manifestazione.
  5. Il peggioramento della crisi economica causerà un aumento della disoccupazione, un aumento della precarietà e della povertà, l’impoverimento delle mezze classi: ci si può quindi attendere un aumento della instabilità sociale, con rivolte sociali generalizzate ed estese a carattere interclassista.
  6. La miseria crescente, l’erodersi delle riserve dell’aristocrazia operaia, la ridotta capacità di corruzione della borghesia con la distribuzione delle briciole di profitto, l’accentuazione del dispotismo di fabbrica e l’intensificazione dei ritmi di sfruttamento creeranno le condizioni per una protesta di settori proletari, con sedimentazione di nuove avanguardie di lotta scevre dal condizionamento riformista e permeabili all’influenza del partito comunista, e la formazione di nuove organizzazioni della classe operaia.
  7. A questo proposito si sono richiamate le condizioni descritte nel testo: Partito Rivoluzionario ed azione economica del 1951.

“in ogni prospettiva di ogni movimento rivoluzionario generale non possono non essere presenti questi fondamentali fattori: 1) un ampio e numeroso proletario di puri salariati; 2) un grande movimento di associazioni a contenuto economico che comprenda una imponente parte del proletariato; 3) un forte partito di classe, rivoluzionario, nel quale militi una minoranza dei lavoratori, ma al quale lo svolgimento della lotta abbia consentito di contrapporre validamente ed estesamente la propria influenza nel movimento sindacale a quella della classe e del potere borghese”.

 

  1. E’ stato poi affrontato il tema della finanziarizzazione dell’economia. La domanda che si pone è: potranno le manovre di politica monetaria risolvere l’attuale crisi? Lenin affermava che scavando nelle viscere del nuovo capitalismo finanziario, alla fine ci si ritrova dinnanzi al vecchio capitalismo alle prese con il suo limite storico: il valore e il plusvalore può venire fuori solo dal lavoro umano. Il disancoraggio della forma denaro dal lavoro sociale astratto (unico creatore di plusvalore) è la manifestazione più evidente della crisi di riproduzione di valore. Marx ha già sottolineato quale fosse il carattere di merce del denaro. Ma questa è solo una delle sue funzioni. L’altra ben più importante è che il denaro è l’equivalente generale e misura del valore delle merci, di tutte le merci. Inoltre il denaro non è soltanto un atto di scambio o una convenzione per far circolare la merce, ma è un derivato del processo capitalistico globale, e può essere spiegato a partire dal processo globale di produzione capitalista. Il capitalismo trainato dalla finanza deve consumare quello che è il proprio futuro per poter ritardare la sua propria crisi, esso diventa il limite interno della valorizzazione del capitale, non è affatto motore autosufficiente della nuova dinamica di crescita. E’ dunque possibile superare questa stagnazione nel quadro dell’ordine esistente? Le diverse crisi, economica, sanitaria, ecologica, energetica, non sono semplicemente collegate o contemporanee: sono espressione di una crisi fondamentale: quella della forma valore. E’ tutto un modo di vita, di produzione, di pensiero a non essere più capace di assicurare la sopravvivenza all’umanità.  Lavoro e valore, merce e denaro non sono aspetti eterni della vita umana, ma elementi storici relativamente recenti. Noi attualmente stiamo vivendo la loro fine, la fase di putrefazione del sistema capitalista. La crisi attuale è un’importante tappa di questo percorso.

 

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