Renzi : fare in fretta le riforme che realizzano i desideri del capitale

Una volta si usava parlare di ‘argomenti all’ ordine del giorno dell’agenda politica ‘. Il gergo politichese, parlando di agenda, voleva tentare di veicolare un immagine dinamica della plumbea quotidianità capitalistica, invece immobilmente rinserrata nei parametri sistemici dell’ oppressione sociale e del profitto. Anche oggi si parla di riforma della pubblica amministrazione, e perfino di riforma delle norme sul diritto di sciopero e sulla rappresentanza sindacale. Un turbine di riforme, invocato da Renzi e dai suoi accoliti, in modo ripetuto e ossessivo, al pari di un bulimico che ingerisce alimenti in maniera compulsiva. Jobs act, riforma della scuola, del senato, della pubblica amministrazione, sindacati, diritto di sciopero, le vie delle riforme sono infinite. Come un cyborg implacabile e indistruttibile, il governo Renzi abbatte e supera gli ostacoli che vorrebbero impedire il cammino delle ‘necessarie’ riforme che ci chiede l’Europa e il mondo della finanza. Azione benemerita, spesso incompresa da una parte dei soggetti a cui vengono imposti i necessari sacrifici, e forse neppure pienamente apprezzata dal capitale internazionale a cui vengono riservati i benefici (delle riforme). Eppure, un po’ di maggiore riconoscimento non guasterebbe in questi casi, anche alla luce del difficile compito governativo di valutare e soppesare il punto di rottura oltre il quale le ‘riforme’ stangatrici e antipopolari potrebbero scatenare conflitti eccessivi. Ogni nuova riforma, passata in parlamento, e soprattutto nelle piazze, senza colpo ferire (o quasi), è come una nuova medaglia per i volenterosi cyborg del governo e della sua maggioranza parlamentare. Giorno dopo giorno vengono smantellati pezzi residui di Welfare, diritti ritenuti assodati, precarizzati all’infinito i rapporti di lavoro, eppure il bisogno di mettere in cantiere nuove riforme non passa mai ai nostri cyborg governativi. Giorno dopo giorno si toglie speranza e futuro ai giovani, il diritto a una vecchiaia serena e dignitosa ai pensionati, e la possibilità di non piegare la schiena ai lavoratori, mai come oggi ricattabili ed esposti a ogni forma di dispotismo nelle galere aziendali del capitale. Eppure c’è sempre bisogno di nuove riforme, è sempre possibile caricare il mulo di altro peso. Soprattutto il peso di nuove ritenute fiscali, imposte allo scopo fondamentale di pagare gli interessi sul debito pubblico (in mano al capitale finanziario – usuraio internazionale). Il programma di governo e il suo cantiere di riforme, ovvero la folle corsa per ottenere l’ultima stilla di plus-lavoro e di asservimento dalla classe proletaria, prima che venga superato il punto di rottura.

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