Un problema di costi

La recente vicenda dei lavoratori licenziati da una nota azienda di servizi (call center), nonostante l’iniziale possibilismo emerso durante la trattativa sindacale, conferma la inesorabile potenza delle leggi economiche capitalistiche. L’azienda in questione non ha problemi di scarsità di domanda da parte del mercato, i servizi di call center in gergo tecnico tirano una fetta crescente di clientela, tuttavia la legge della concorrenza spinge la leadership a programmare la riduzione del costo medio dei servizi offerti, al doppio scopo di mantenere e accrescere la quota di mercato, e possibilmente di eliminare parte dei concorrenti. Sembra banale ma l’impresa capitalistica ragiona come un organismo vivente, e quindi mira alla sopravvivenza, che normalmente dipende da un aumento delle dimensioni aziendali. Concentrazione e centralizzazione dei capitali sono per l’appunto il nome dato da Marx a questo aumento delle dimensioni aziendali, funzionale alla vita dell’economia borghese. Dunque la vicenda dell’azienda di servizi, che decide di licenziare in Italia per assumere all’estero (dove il costo del lavoro è più basso) rientra nella regola del capitalismo. La invettiva morale o la fiducia nella possibilità di aggirare seriamente le leggi economiche capitalistiche, con la trattativa sindacale, sono destinate sempre ad essere ininfluenti nella vita reale (nel medio e lungo termine).Il riconoscimento di questo dato non implica (da parte nostra)la svalutazione delle lotte economiche immediate, o dei risultati parziali e temporanei raggiungibili per loro mezzo. Si tratta solo di prendere atto che nella cornice socio-politica capitalistica anche le vittorie, ottenute normalmente con duri sacrifici da parte dei lavoratori in lotta, possono durare il tempo di un battito di ali. La borghesia capitalistica possiede, infatti, tutti gli strumenti politico-legislativi per vanificare in momenti successivi le conquiste dei lavoratori (età pensionabile, diritti sul luogo di lavoro, diritti sindacali,diritti politici e associativi…). In tal senso è utile ricordare la distinzione fra violenza potenziale e violenza cinetica, in cui si articola regolarmente la dominazione di classe borghese. Tuttavia le lotte economiche immediate, al di là di queste considerazioni, possono anche essere, in certi casi, una palestra di esperienza politica per i lavoratori, in grado di far loro vedere la vera fisionomia della società in cui vivono.

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